BENVENUTO NEL MIO BLOG

IN QUESTO SITO SONO INSERITI ALCUNI VIDEO E FOTO DELLE MIE OPERE E MOSTRE DI PITTURA AD OLIO, RECENTI E MENO RECENTI, SU ALCUNI QUADRI MI SOFFERMERO', DI TANTO IN TANTO, AD ILLUSTRARNE I CONTENUTI E LE TECNICHE ADOTTATE.

INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.


lunedì 30 novembre 2009

mercoledì 25 novembre 2009

venerdì 20 novembre 2009

AUTUNNO IN MONTAGNA


PENSIERI: AUTUNNO

AUTUNNO
Oggi c’è una leggera brezza, dagli alberi cadono le foglie, gialle rossicce e marrone. Si posano lentamente sul selciato. Una rincorre l’altra e, poi, un’altra ancora, senza sosta ad intervalli non regolari. Il terreno piano piano diventa un soffice tappeto variegato di colori autunnali e modifica la cromaticità del paesaggio.

Sopra il muretto di cinta di una casa c’è una pila crescente di foglie.

Il caco mette a nudo i suoi frutti. Alcuni uccelli (tordi e merli) con astuzia si preparano il pasto picchiando più volte con il becco sul caco non maturo. Guastandosi anticiperà la maturazione e sarà pronto per essere cibato.

Alcuni alberi giallo rossiccio s’impongono in mezzo a due pini e ad una tuja.

La tonalità dei colori è magica, i gialli variano: da quello pallido al più intenso sino al rossiccio.

In alcuni cespugli, a foglia caduca, si intravvedono alcuni nidi abbandonati.

I platani, quasi spogli dalle foglie ocra scuro, fanno scorgere i loro arbusti e le ramificazioni maculate di bianco e marrone.

Le foglie gialle e rosse hanno avvolto, qua e là, un pino nano, dando ad esso la parvenza di un bellissimo albero di Natale pieno di balocchi.

E’ l’ora del pittore, deve cogliere l’istante e riportarlo sulla tela. Non deve indugiare nella composizione perché le immagini stanno rapidamente cambiando: l’intensità della luce, le ombre e la vegetazione esuberante che sta divenendo sempre più brulla.

Ilario Menegaldo (19/11/2009)

mercoledì 18 novembre 2009

lunedì 16 novembre 2009

domenica 15 novembre 2009

UNA GIORNATA A PADOVA

Alle 7,09 siamo partiti con un rapido da Treviso diretto a Padova. Durante le fermate intermedie sono saliti in treno molti studenti che, con i loro movimenti, il vociferare e i limpidi sorrisi, hanno reso più umano l’ambiente. Siamo giunti a Padova alle 8,20 circa. Dovevamo recarci all’Ospedale “S. Antonio” per una visita medica. Dopo aver acquistato i biglietti in un’edicola, abbiamo preso l’autobus e, una volta arrivati, dopo aver esperito le pratiche burocratiche di rito, abbiamo potuto accedere all’ambulatorio. Alle 10,40 siamo usciti ed essendo stato l’esito abbastanza positivo, eravamo psicologicamente un po’ sollevati. Abbiamo fatto colazione nel bar di fronte all’uscita dell’Ospedale. Da quel momento eravamo liberi ed intenzionati di visitare la città. La prima meta che ci siamo proposti è stata quella di visitare la Basilica del Santo “Antonio”. Pensavamo di farci condurre, a piedi, dal navigatore satellitare ma non riusciva a connettersi al satellite poiché in cielo vi erano delle spesse nubi, cosicché abbiamo dovuto chiedere ad un passante le necessarie indicazioni per arrivarci. Circa un chilometro. Nel percorso di Via Jacopo Facciolati abbiamo potuto apprezzare la bellezza di alcuni caseggiati d’epoca e di un fiume (sotto il ponte di Pontecorvo passano il Canale di Santa Chiara, che più in la è il Naviglio Interno e la canaletta dell'Alicorno, proveniente dal Prato della Valle). Oltrepassata la porta di Ponte Corvo, superata la Piazza omonima abbiamo proseguito per Via S. Francesco, dopo aver girato a sinistra per via Melchiorre Cesarotti al termine della quale siamo giunti in Piazza del Santo.

Nel percorso abbiamo incontrato alcuni mendicanti, un uomo sulla quarantina che suonava la fisarmonica ed aveva sistemato davanti a se un cappello facendo appello alla generosità dei passanti, più avanti uno in ginocchio, con in mano un pezzo di cartone in cui non c’era scritto alcunché (probabilmente era al rovescio oppure era consapevole che la gente avrebbe guardato la circostanza in modo distratto e distaccato), ogni donazione la prendeva muovendo una mano in modo così veloce da creare un contatto diretto con quella dell’offerente. Più oltre un altro, in piedi, che cercava di avvicinarsi ad ogni passante e, palesemente, si potevano notare le continue virate di chi lo incrociava.

Abbiamo ammirato la meravigliosa struttura esterna della Basilica, frutto di tre ricostruzioni succedutesi negli anni dal 1238 al 1310 e ora, in parte, in fase di restauro. Fuori del perimetro del sagrato vi erano alcune bancarelle, di cui una sola aperta per la vendita di immagini sacre e candele. Siamo entrati in chiesa passando sotto il portale sinistro. Si stava celebrando una messa. Ci siamo sistemati lentamente a metà della chiesa ed abbiamo assistito alla cerimonia. Terminata la funzione abbiamo iniziato a visitare l’interno della Basilica. Molti anni fa c’ero stato con la mia famiglia, ma non la ricordavo così ben provvista di pitture, affreschi e sculture. La navata centrale ampia e spaziosa si distingue in due parti, quella delle navate e quella dell’abside oltre il transetto, quest’ultima affrescata di stile gotico nell’alzata e di diversa tipologia del gotico.

Più che i resti di decorazioni e dipinti, colpiscono i numerosi monumenti funebri, che rivestono pilastri e altri spazi e che risalgono soprattutto ai secoli XV-XVII. Vi si osserva sulla controfacciata un affresco di Pietro Annigoni che raffigura S. Antonio che predica dal noce.

Sulla prima colonna della navata di sinistra si può ammirare la Madonna del Pilastro affrescata da Stefano da Ferrara (metà del ‘300). La cappella del Santissimo detta dei Gattamelata perché voluta dal condottiero Erasmo da Narni (1443) in stile gotico.

Sulla navata destra c’è la Cappella di San Giacomo voluta da Bonifacio Lupi, marchese di Soragna (Parma) l’ambiente gotico è stato realizzato da Andriolo de Santi scultore veneziano. Poi la Crocifissione un capolavoro di Altichiero da Zevio (Verona) il massimo pittore Italiano della seconda metà del ‘300.

Proseguendo si lascia a destra l'uscita che conduce al Chiostro della Magnolia e, più avanti, l'entrata verso la Sacrestia; a sinistra, invece, il complesso presbiterio-coro chiuso da una superba cortina marmorea.

Nella Cappella delle benedizioni i fedeli amano ricevere la benedizione unitamente ad oggetti personali.

In questo contesto, abbiamo avuto modo, in quattro, di ricevere la benedizione da un frate che l’ha estesa anche ad un oggetto di un convenuto.

La Crocifissione (1983). - Le proporzioni, lo stacco e il risalto conferito dalla finta parete con cui è raffigurato il Crocifisso suscitano un'immediata forte reazione.

Uscendo dalla cappella, guardiamo in alto per risollevarci l'animo nelle serene e alte volte della parte absidale della Basilica. Proseguiamo lasciando a destra la Cappella americana o di santa Rosa da Lima (1586-1617) patrona dell'America, delle Filippine e delle Indie occidentali; cui segue la Cappella germanica o di san Bonifacio (673-755), grande evangelizzatore della Germania; infine la Cappella di santo Stefano, primo martire cristiano, contenente chiari e agili affreschi dell'italiano Ludovico Seitz (1907).

Visitiamo La Cappella gotica del Tesoro con le sue sei statue di marmo, dei Parodi.

Al di là della balaustrata, il passaggio che consente di ammirare il "tesoro" della Basilica, che dà il nome alla cappella e che è raccolto in tre nicchie distinte che racchiudono reliquie di sant'Antonio e di altri santi.

Prima di uscire ci siamo recati alla tomba di S. Antonio, collocata, temporaneamente, in una Cappella sulla destra della parte centrale della Basilica. Ci siamo fermati, come altri, in raccoglimento vicino al sarcofago e poi ci siamo seduti su delle panche laterali in legno, formate da particolari nicchie adatte ad accogliere i fedeli in forma singola.

Attorno alla tomba sostavano in preghiera alcune persone di diverse etnie e con una mano toccavano il sarcofago.

Usciti dalla Basilica ci siamo diretti verso il gran piazzale di Prato della Valle con l’intenzione di visitare la grandiosa Basilica di Santa Giustina, che si trova ai margini del piazzale stesso. Siamo giunti nel momento in cui il sacrestano chiudeva il portone di accesso, essendo ormai superato mezzogiorno.

Abbiamo allora proseguito verso il centro del piazzale ed abbiamo visitato la parte dedicata al passeggio, con i suoi ponti sul fiume e le numerose statue che contornano le rive.

Il Prato della Valle è certamente una delle più spettacolari ed affascinanti piazze del mondo. Le acque attorno all'isola sono alimentate dal Canale Alicorno.

Verso la parte nord, ai limiti della piazza vi era un mercatino con alcuni banchi di frutta. Ci siamo avvicinati ed abbiamo passato in rassegna i prodotti esposti. Frutta e verdura dai colori vivaci, di ottima qualità e, soprattutto, con i prezzi più competitivi di quelli praticati nella città di Treviso.

Essendo ormai l’ora di pranzo ci siamo messi in cammino per trovare un locale in cui poterci ristorare.

Nel percorso qualche sguardo rapido alle vetrine, qua e là, per individuare ciò che cercavamo. Abbiamo percorso un lungo viale e siamo arrivati in via dell’Università, sino a giungere davanti alla sede Universitaria, dove alcuni amici e parenti festeggiavano la laurea appena conseguita da una giovanissima e bella ragazza.

Proseguendo abbiano superato alcuni bar, con dei tavoli all’esterno occupati da numerosi studenti che stavano desinando con dei panini e delle bibite.

Dopo qualche centinaio di metri abbiamo trovato un bar-ristorante in cui abbiamo potuto pranzare in modo un po’ frugale.

Il cielo nel frattempo si era rasserenato.

Dopo circa 45 minuti ci siamo rimessi in cammino per completare la visita alla città. Abbiamo passeggiato, quasi sempre, sotto a dei lunghi portici in cui vi si trovavano numerose vetrine. All’esterno di una libreria, un giovane uomo, di colore, offriva ai clienti che uscivano dal negozio dei libri che teneva in mano, senza insistere molto.

Abbiamo camminato in lungo in largo per circa due ore, scorgendo di tanto in tanto resti di mura veneziane, dopo di che abbiamo preso, davanti al piazzale del Santo, un piccolo autobus diretto alla stazione. Dopo circa 20 minuti, con le ruote che rombavano su strade secondarie di porfido e ciottolato, siamo arrivati alla stazione. Abbiamo controllato sulle bacheche l’ora di partenza del treno per Treviso e il relativo binario. Nell’attesa ci siamo accomodati in una panchina, abbiamo osservato il via vai dei passeggeri nonché la movimentazione dei clienti in un negozio di scarpe all’interno della stazione. Una zingara chiedeva l’elemosina e, al sopraggiungere di due vigili, si è affrettata a dileguarsi.

Alle 4,28 abbiamo preso il treno e alle 17,30 circa eravamo a Treviso.

Dalla stazione a casa abbiamo fatto la strada a piedi.

La giornata si era conclusa appagati dal buon esito dell’esplorazione.

Ilario Menegaldo (10/11/2009)





IL SILE


venerdì 13 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

MARE NEL TAGLIERE


Pittura ad olio di Ilario Menegaldo

venerdì 6 novembre 2009

mercoledì 4 novembre 2009

domenica 1 novembre 2009

VIDEO DI ALCUNE OPERE

PITTURA AD OLIO

VIDEO 2 DI ALCUNE OPERE

VIDEO MOSTRA BIADENE DI MONTEBELLUNA (TV)

VIDEO MOSTRA DI MIRANO (VE)

VIDEO DI ALCUNE MOSTRE

VIDEO MOSTRA A SCORZE'

VIDEO: ANATRE, CIGNI E FOLAGHE NEL FIUME SILE E QUADRI AD OLIO

PITTURA AD OLIO - VIDEO MOSTRA DI ZERO BRANCO (TV)

MOSTRA A MASSANZAGO (PD)