BENVENUTO NEL MIO BLOG

IN QUESTO SITO SONO INSERITI ALCUNI VIDEO E FOTO DELLE MIE OPERE E MOSTRE DI PITTURA AD OLIO, RECENTI E MENO RECENTI, SU ALCUNI QUADRI MI SOFFERMERO', DI TANTO IN TANTO, AD ILLUSTRARNE I CONTENUTI E LE TECNICHE ADOTTATE.

INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.


sabato 30 ottobre 2010

giovedì 28 ottobre 2010

lunedì 25 ottobre 2010

FATTI VERI - LA SOLITUDINE DI GIUSEPPE

FATTI VERI - LA SOLITUDINE DI GIUSEPPE
Giuseppe, il geometra, era un uomo esile, alto un metro e 70 cm., aveva circa 65 anni e li dimostrava tutti. Non era sposato. Viveva nelle immediate vicinanze della città in una casa a due piani con giardino, assieme alla mamma novantenne e ad una sorella non maritata. Aveva svolto per diversi anni l’attività di imprenditore. Le sue ricchezze, per ingenuità, ad un certo punto erano svanite, a causa della troppa fiducia in collaboratori sleali. Costoro avvalendosi delle deleghe ricevute, avevano intrapreso, a sua insaputa, operazioni a rischio tanto da portare l’azienda, in breve tempo, al disastro economico. Da allora, si era ritirato dalla vita lavorativa. Negli ultimi tempi il suo sostentamento era legato unicamente all’esigua pensione che percepiva e quella della madre. La casa che occupava era di proprietà del fratello.

La sua gran passione era la pittura. Aveva allestito, in due stanze, lo studio in cui trascorreva parte delle sue giornate. Dipingeva, essenzialmente paesaggi e natura morta, interponendo a loro, di tanto in tanto, la riproduzione di opere di grandi pittori, dimostrando, con queste, una capacità d’esecuzione migliore dei suoi dipinti “en plein air” o di fantasia. Tanto che una galleria gli commissionò la copia di dieci dipinti su tela che alla consegna pagò regolarmente. Ne richiese altri dieci e, al ritiro, rinviò il pagamento alla consegna successiva. Il prelievo di questi ultimi non è più avvenuto e, al buon Giuseppe, sono rimaste le dieci copie dei dipinti ed un credito mai riscosso.

Dopo aver frequentato lo studio di un amico pittore, esperto in grafica, aveva ben appreso le tecniche tanto da meritarsi dei riconoscimenti in alcune mostre collettive a concorso.

Un giorno un amico gli annunciò di aver fornito il suo nominativo ad un conoscente, che aveva espresso il desiderio di offrire agli invitati del proprio matrimonio un’opera in grafica come bomboniera.

Giuseppe si prodigò a far incorniciare una cinquantina di grafiche, che appese al muro di un’apposita stanza, per dar modo al possibile acquirente di poter scegliere con facilità. L’incontro è avvenuto e l’interessato si accordò sul numero di copie, il prezzo e la data di fornitura. Il ritiro delle opere, poi, non avvenne poiché il matrimonio, per intervenuti dissensi fra la coppia, non fu celebrato. Giuseppe venne a conoscenza dell’imprevisto solo parecchi mesi dopo, e, in via indiretta.

In lui era connaturato un sentimento profondo sull’ospitalità, che peraltro elargiva, quasi inconsapevolmente, a tutti coloro che lo andavano a trovare. Apriva la dispensa ed offriva, con spontaneità, quasi bambinesca, quel poco che possedeva.

La mamma, inferma, era accudita dalla sorella, la quale si faceva anche carico di tutte le incombenze domestiche. Giuseppe si occupava soltanto degli approvvigionamenti della casa. Assolta quest’incombenza poteva dedicarsi alle attività hobbistiche che più preferiva.

L’arte della pittura era il suo mondo. Partecipava a numerose mostre sia nel suo comune sia in altre città italiane. Era talmente appassionato in questa materia che seguiva anche le trasmissioni televisive in cui le “Case d’arte” offrivano in vendita quadri di pittura. Tanto che, una volta, si fece coinvolgere nell’acquisto di due quadri privi di alcun valore intrinseco.

La sorella, più giovane di lui di qualche anno, si ammalò di un male incurabile e dopo tre mesi morì.

Il modo di vita di Giuseppe, con una rapidità sconvolgente, si capovolse.

Doveva accudire la mamma e farsi carico di tutte le faccende domestiche. Il tempo da dedicare alla sua attività artistica era ormai subordinato ai nuovi impegni, e, la partecipazione alle mostre fu necessariamente interrotta.

Riuscì a sostenere questo tipo di vita per quasi cinque anni e terminò quando la madre cessò di vivere.

Era rimasto solo con il suo cane, cui era molto affezionato, un cocker di color marrone chiaro, che chiamava con il nome di “Pongo”. Fra i due vi era una simbiosi che si poteva riscontrare quando lo andavi a trovare. Il cane ubbidiva con prontezza ad ogni comando di Giuseppe.

Questo connubio durò poco. Un giorno Pongo, dopo aver girovagato nelle proprietà dei vicini, ritornò con delle ferite profonde, presumibilmente provocate dal lancio di un forcone. Nonostante le cure, il cane dopo alcuni giorni morì. La disperazione di Giuseppe era enorme! Ora sentiva di essere veramente solo!

Un giorno uno dei suoi amici gli fece visita e chiese di poter vedere i quadri nel suo studio. Giuseppe con imbarazzo lo portò in uno stanzino dove aveva accatastato ciò che gli restava delle sue attrezzature ed opere di pittura.

Il fratello gli aveva ridotto gli spazi a sua disposizione e lo aveva relegato in due stanze (camera, cucina e servizio) e, un piccolo magazzino. Non poteva più fruire del giardino e neanche della piccola porzione di terra che aveva adibito ad orto. Poteva solo avvalersi di un piccolo spazio scoperto, davanti all’entrata, in cui poteva parcheggiare la sua vecchia automobile. Tanto che non era agevole entrare in casa sua.

Da qualche tempo soffriva di insufficienza respiratoria e, dopo una visita medica, dovette farsi ricoverare, in un reparto specializzato, nell’ospedale di un’altra città. Si recò da solo, guidando la propria macchina. Durante la degenza, ogni tanto si assentava dalla camera dell’ospedale, per mettere in moto l’automezzo, in modo che la batteria non si scaricasse e, poter così, una volta guarito, ritornare nella propria abitazione.

Fu dimesso e lo dotarono di una bombola d’ossigeno con le cannule collegate al naso. Con tale attrezzatura è salito in macchina e si è avviato verso casa. Durante il percorso è stato fermato, per controlli, da alcuni agenti della polizia stradale. Giuseppe ha tirato giù il finestrino e, gli Agenti, rendendosi conto della situazione l’hanno invitato a proseguire.

Da quella bombola non si è più diviso. Gli era ormai indispensabile per vivere.

A parte qualche fuggevole visita di amici e sporadici aiuti, Giuseppe cercò di sopravvivere da solo. Finché si aggravò e dovette rifare, senza poter informare alcuno, il percorso verso l’ospedale, dove dopo alcuni giorni cessò, in silenzio, di soffrire, senza recare disturbo a nessuno.

La sua automobile, come testimonianza, era parcheggiata al solito posto, con la batteria scarica.
                                                     Ilario Menegaldo

domenica 24 ottobre 2010

LA RESTERA

Quadro ad olio di Ilario Menegaldo

sabato 23 ottobre 2010

venerdì 22 ottobre 2010

mercoledì 20 ottobre 2010

martedì 19 ottobre 2010

L'INCANTO DEL FOSSATELLO

Quadro ad olio di Ilario Menegaldo

lunedì 18 ottobre 2010

domenica 17 ottobre 2010

giovedì 14 ottobre 2010

LUNGO LA RESTERA A CASALE SUL SILE

Quadro ad olio di Ilario Menegaldo

martedì 12 ottobre 2010

L’INDIGENZA HA LA SUA DIGNITA’!

ANCHE L’INDIGENZA HA LA SUA DIGNITA’!

Era esile, Italiana, indossava un vestito scuro alquanto sdrucito, nel suo volto apparivano i segni di una sofferta esistenza, per l’agilità poteva avere cinquanta anni, ma il suo fisico ne dimostrava molti di più. Camminava in fretta sostenendo con il braccio sinistro due borse in nylon bianche, leggermente rigonfie. Si è fermata in prossimità dei quattro cassonetti delle immondizie, riposti a lato della banchina, dove i cittadini depositano: carta, plastica, materiale non riciclabile e l’umido. Nel marciapiede e nella strada adiacente transitavano numerosi passanti, per recarsi al vicino parco divertimenti, che è aperto, ogni anno, in prossimità della festa di San Luca. Incurante del gran via vai delle persone, si è avvicinata al cassonetto dell’umido, ha alzato il coperchio e ne ha esaminato il contenuto. Ha allungato il braccio destro e con la mano semi aperta ha estratto, con rapidità, qualcosa di commestibile, che non sono riuscito a vedere. L’ha riposto in una delle due sacche. La scena che ho assistito, mi ha turbato, e, quando, a piedi, l’ho superata, per una forma quasi di riguardo, non ho girato la testa per verificare se apriva, con la stessa enfasi, gli altri contenitori. In quel momento, molti pensieri mi sono passati nella mente, tra i quali quello che: poteva essere una persona con grosse difficoltà economiche e in ogni caso con un gran bisogno d’aiuto. Forse, non ha mai pensato, di chiedere di essere assistita, e, probabilmente, per ragioni di dignità personale! Un’onorabilità che talvolta contraddistingue coloro che, per cause fortuite della vita, si trovano quasi inconsapevolmente in situazioni difficili.

Poco tempo prima avevo assistito, in una località di mare, ad una scena simile: un uomo anziano, anch’egli un po’ trascurato, con una bottiglia in mano, di plastica, vuota, ha aperto il recipiente dell’umido (dove sono riposti gli avanzi della cucina) ed ha esaminato l’interno, con l’evidente intenzione di recuperare del cibo ancora buono da mangiare.

In un’altra occasione ho visto, una persona attempata, prelevare una mezza mela, in un cestino di città, dove s’introduce di tutto: carte di caramella, mozziconi di sigarette ed altro. L’ha presa con una mano e, subito dopo, ha iniziato a mangiarla con cupidigia.

Nei casi riportati, un intervento personale forse avrebbe risolto la situazione del soggetto in quel momento e, non è scontato, che l’ingerenza fosse gradita.

L’azione più opportuna è quella di dar voce a questi fatti, in modo che le Istituzioni, gestite da persone, che sembrano cieche, vedano questi contesti ed intervengano, a danno d’inutili sprechi, in favore degli ultimi che hanno una dignità che non può essere ancora calpestata.

                                              Ilario Menegaldo



CAMPO CON FIORI GIALLI

lunedì 11 ottobre 2010

sabato 9 ottobre 2010

venerdì 8 ottobre 2010

giovedì 7 ottobre 2010

martedì 5 ottobre 2010

venerdì 1 ottobre 2010

VIDEO DI ALCUNE OPERE

PITTURA AD OLIO

VIDEO 2 DI ALCUNE OPERE

VIDEO MOSTRA BIADENE DI MONTEBELLUNA (TV)

VIDEO MOSTRA DI MIRANO (VE)

VIDEO DI ALCUNE MOSTRE

VIDEO MOSTRA A SCORZE'

VIDEO: ANATRE, CIGNI E FOLAGHE NEL FIUME SILE E QUADRI AD OLIO

PITTURA AD OLIO - VIDEO MOSTRA DI ZERO BRANCO (TV)

MOSTRA A MASSANZAGO (PD)