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INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.
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venerdì 30 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
venerdì 23 dicembre 2011
FATTI VERI - LA FEDELTA’ DI UN BASTARDINO “ELVI”.
In una villa, fatiscente, situata nell’immediata periferia della città, a nord del paese, viveva una donna anziana, ultraottantenne di bel portamento.
L’alloggio, con accesso principale da un grande ed alto cancello, mostrava ancora nelle sue armoniose strutture, l’imponenza di un tempo. La donna condivideva l’edificio con altri familiari, riservando per se, una piccola parte della casa.
Di fronte alla facciata principale, del caseggiato e ai suoi lati, si estendeva un ampio giardino, da qualche tempo privo di qualsiasi cura. Questo spazio, pur trascurato, lo utilizzava, per fare quattro passi, soprattutto durante le giornate uggiose. Le era particolarmente caro specialmente per far correre, in lungo e in largo, con i suoi gesti a comando, il proprio amato cane, Elvi, un bastardino di color marrone.
Spesso lo portava, tutta felice, a fare un giro lungo le strade adiacenti alla propria abitazione. Il cane le camminava a lato, senza guinzaglio, e, se si fermava a chiacchierare con una conoscente, aspettava, senza muoversi, che terminasse la conversazione. Talvolta la donna allungava il percorso utilizzando una vecchia bicicletta. Il cane gli correva appresso a breve distanza. Era un buon cane, amava giocherellare con i bambini e la seguiva ovunque.
Il connubio tra i due è durato per qualche anno. Con l’avanzare dell’età, accusò i primi acciacchi e, ritenne allora di sospendere le uscite in bicicletta. Dopo qualche tempo ridusse anche i percorsi a piedi. Alla fine si limitò a spostarsi unicamente all’interno del suo giardino.
Per effetto di una parziale riduzione delle capacità motorie, i familiari ritennero di collocarla in una casa di riposo, e, da tre mesi, risiede in quel luogo.
La sua ex villa è collocata in una curva di una strada alquanto frequentata, perciò quando ci si passa davanti è visibile il grande cancello, e, ai lati, una rete metallica, oltre la quale si può vedere all’interno, fermo, in posizione d’attesa il cane dell’anziana signora. E’ lì tutti i giorni, con i suoi occhi languidi, ormai da tre mesi e, aspetta, aspetta, con la speranza che ritorni. E’ l’attestazione più autentica di una fedeltà speciale.
Ho pensato di chiedere ai familiari di portare Elvi a far visita alla sua padrona. Entrambi sarebbero, se pur per breve tempo, appagati di una felicità immensa! Il mio proposito si è spento sul nascere, perché oggi, Elvi, non era lì dietro alla rete. Dopo un lungo periodo d’inedia, non ha resistito al vuoto e se ne è andato in silenzio, chiudendo gli occhi senza alcun gemito.
Ilario Menegaldo
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giovedì 22 dicembre 2011
sabato 17 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
martedì 6 dicembre 2011
domenica 4 dicembre 2011
POESIA DI MARIA ROSA FONTEBASSO (BRASILE) SUL PIAVE
Ciúmes do meu rio Busquei meu rio além das lembranças, Encontrei-o pintado Pelos olhos de um artista Que dele não se afastou como eu E o faz brilhar em cores. Tenho ciúmes de sua vizinhança Do acercar-se a contemplá-lo A desenhá-lo A senti-lo. Ao rio, não lhe acompanho as mudanças, Águas revoltas ou mansas, Ornado de verde ou manchado de cinza. Só lhe tenho as fotos Que a lembrança gravou. No tempo e na distância Congelei-o em preto e branco. Consolo, as cores do pintor Também congelaram meu rio. Porto Alegre (Brasile), 4/12/2011 Maria Rosa Fontebasso Il Piave |
sabato 3 dicembre 2011
giovedì 1 dicembre 2011
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