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IN QUESTO SITO SONO INSERITI ALCUNI VIDEO E FOTO DELLE MIE OPERE E MOSTRE DI PITTURA AD OLIO, RECENTI E MENO RECENTI, SU ALCUNI QUADRI MI SOFFERMERO', DI TANTO IN TANTO, AD ILLUSTRARNE I CONTENUTI E LE TECNICHE ADOTTATE.
INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.
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mercoledì 30 maggio 2012
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domenica 27 maggio 2012
giovedì 24 maggio 2012
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venerdì 18 maggio 2012
mercoledì 16 maggio 2012
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giovedì 10 maggio 2012
Sono molti anni che frequento l'amico pittore Ilario Menegaldo ed ancora
rimango stupito dalla sua opera che, sotto un’apparente semplicità e, oserei
dire, purezza di sguardo, cela un sentire più profondo, quasi misterioso.
Certo, le opere che vediamo in questa esposizione potrebbero essere ammirate
sotto l'aspetto tecnico e fattuale; potremmo comprendere così come la
padronanza del colore, la sapiente disposizione prospettica delle tinte,
l’affascinante bellezza del paesaggio, la freschezza e vivezza della quasi
onnipresente acqua, le infinite sfumature dei verdi siano i fattori che fanno
dire anche ad un profano: “Che bello!” oppure “Mi piace!”.
Ma se riflettiamo bene, ci rendiamo conto che ciò non basta.
Tutti noi, di fronte ad un paesaggio, ad un monumento, ad un tramonto,
ad una notte stellata, ad un borgo antico e pittoresco non ci chiediamo che
cosa esattamente ci faccia emozionare, né il perché. Siamo presi, invece, da un
sentimento indefinibile che scaturisce dal nostro inconscio. Ecco, è proprio
questo indefinibile che il nostro artista riesce ad afferrare.
Diceva Leonardo che le cose bisogna osservarle molto attentamente e a
lungo affinché entrino in noi: solo allora esse ci appartengono e possiamo
distillarle, descriverle e rappresentarle in una immagine. Questo riesce a fare
Ilario: riportare su di una tela ciò che vede, percepisce e fatto suo, ed è ciò
che anche noi vediamo e che ci emoziona. Di fronte ai suoi quadri avvertiamo,
di volta in volta, il tepore e lo splendore della primavera, l’aria rarefatta
della montagna, il calore del solleone in campagna, la calma lucente delle
acque placide, la mesta e multicolore tranquillità dell’autunno, le varie e
chiassose tinte di un mercato rionale, l’intima poesia invernale. Oppure la quietudine
di un cascinale, il calore umano di un
borgo o la pace di un luogo immerso nel verde.
In ogni opera d’arte c’è anche l’anima dell’artista, la sua
Weltanschauung, contemplazione o visione
del mondo, che spesso sotto una apparente serenità, brillantezza e lucentezza
di colori ci rimane in qualche modo imperscrutabile. Ed è anche questo mistero,
altra perizia del nostro pittore, che ci costringe alla meditazione di fronte
ad un quadro. E ci domandiamo se per caso, oltre al messaggio di serenità, di
quiete, di poesia che Ilario mette abilmente sulla tela e che tutti possiamo
apprezzare, non si nasconda anche un codice subliminale che dovremmo decifrare.
Osserviamo a lungo e molto attentamente e magari scopriremo un invito ad
aprire gli occhi per godere il più possibile della bellezza, forse momentanea,
fugace, mutevole fissata sulla tela: bellezza resa con tinte ora soffici ora
vivaci, bellezza che è attorno a noi e che molto spesso, presi dalla frenesia
della vita non riusciamo a vedere ed apprezzare perdendo così l’intima poetica
della natura che ci circonda.
Prof. Umberto Benazzato (31/3/2012)
lunedì 7 maggio 2012
venerdì 4 maggio 2012
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