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INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.
INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.
giovedì 31 marzo 2016
mercoledì 9 marzo 2016
Molte volte
ho curato la presentazione delle opere di Ilario Menegaldo e ho sempre
trovato di grandissimo interesse i suoi
dipinti. Non mi stancherei mai di
ammirarli perché ogni volta scopro nuovi motivi che l’artista inserisce o
rinnova, nuovi temi, nuovi colori, nuovi formati. Ritrovo aspetti che
precedentemente avevo trascurato o che mi erano totalmente sfuggiti.
Conoscendo i lavori precedenti, ho il vantaggio ed il privilegio di capire quale
percorso di maturazione e di evoluzione ha compiuto il nostro artista.
Intanto,
e questo è l’aspetto più appariscente, attraverso questi quadri potrei
effettuare un excursus attraverso le stagioni: c’è il freddo inverno, con la
neve ed il ghiaccio, che ci introduce in un’atmosfera di sogno, di pace, di
silenzio con tinte che invitano alla meditazione ed al raccoglimento. Poi la
primavera, con i suoi colori teneri, con il cielo mutevole cosparso di bianche
nuvole fuggenti. La calda estate di assolati meriggi, con le bionde messi
mature e le ombre profonde della vegetazione in un’atmosfera immota. Il mite autunno, dolce e malinconico pieno di colori cangianti, verde stanco e
giallo brillante di foglie cadenti. Ed è attraverso questo fuggire del tempo
che l’artista ci fa percepire una specie di Sehensucht romantica. Ogni
passaggio di stagione sembra rimpiangere la passata e morta, in un perpetuo
ciclo vitale di tramonto e di rinascita che il pittore magistralmente ci
illustra. Nei suoi dipinti si percepisce una serena e mesta sensibilità, come
un sogno ormai passato e fiso sulla tela, nell’aspettativa di quello che verrà,
nuovo e più brillante. Una nostalgia intensa di luoghi dove si vorrebbe
ritornare, di scenari che si vorrebbero rivedere, di situazioni già trascorse che si vorrebbero
rivivere. Il quadro, come rappresentazione cristallizzata di un istante
irripetibile, instilla una piccola ma luminosa speranza per il futuro. Questo è
lo stato d’animo, la “Stimmung” a cui le opere di Ilario ci spingono. Noi, inguaribili romantici, ci troviamo di
fronte ad una “concordia discors”, una dialettica tra passato, presente e futuro. Le nostre
intime inquietudini divengono forti di fronte a queste suggestive rappresentazioni, a questi
paesaggi ricchi di colore, efficaci nel tratto e nella pennellata ora rapida,
ora larga ora raffinata, di fronte all’acqua quasi onnipresente, ubiqua, chiara,
liscia, riflettente, misterica, profonda. Diceva Caspar David Friedrich,
eccellente pittore:”L’artista si guardi dalla fredda tecnica ed erudizione,
dalla cavillosa e fredda precisione, dalla pedissequa imitazione perché questi
atteggiamenti uccidono il cuore. E quando il sentimento ed il cuore sono morti
negli uomini, l’arte non può più dimorarvi.” Ecco, così: nelle sue opere Ilario
trasfonde tutto il suo sentire, il suo cuore e sentimento, tutta la sua Weltanschauung,
la sua visione del mondo piena di colore e di calore.
Prof. Umberto Benazzato
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