BENVENUTO NEL MIO BLOG
IN QUESTO SITO SONO INSERITI ALCUNI VIDEO E FOTO DELLE MIE OPERE E MOSTRE DI PITTURA AD OLIO, RECENTI E MENO RECENTI, SU ALCUNI QUADRI MI SOFFERMERO', DI TANTO IN TANTO, AD ILLUSTRARNE I CONTENUTI E LE TECNICHE ADOTTATE.
INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.
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domenica 31 agosto 2008
sabato 30 agosto 2008
venerdì 29 agosto 2008
mercoledì 27 agosto 2008
lunedì 25 agosto 2008
RECENSIONE AD UN AMICO PITTORE DI ILARIO MENEGALDO
Qualche anno fa ho pubblicato su un quotidiano del Veneto una piccola recensione per un amico pittore, il destinatario ha ritenuto di inserirla nel suo corposo catalogo (141 pag.) pubblicato nel 2003 e ripubblicato nell’agosto 2007. La ripropongo, in stralcio, ai visitatori del mio blog.
Per Guido Speranza
Le opere s’impongono per la bellezza atmosferica e pittorica e per la struttura formale la quale recupera la profonda poesia di un certo astrattismo capace di far vibrare i colori in un clima di soffusa luminosità e di calore inventivo. Nei quadri dell’artista si sente vivo il desiderio di superare il dato realistico per raggiungere un’atmosfera incantata e quasi metafisica, resa attraverso una gamma di colori bruniti, bluastri, violacei, rossastri imbevuti di luci dai riflessi fantastici. L’artista si cimenta nell’area particolarissima di nature morte con grande maestria, frutto dell’esperienza artistica, che diventano riferimenti metafisici, scandagli del profondo, termometri di misurazione del disagio tecnologico e del depauperamento di spessore umano. Speranza che proviene da una pittura post-impressionista, arricchita da numerose esperienze artistiche, in questa vernice ha riflesso sulle tele il proprio stato d’animo, con tutta la tecnica cui è abilmente in possesso, la tensione ora elegiaca, ora dolce e malinconica del suo carattere.
Ilario Menegaldo
domenica 24 agosto 2008
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venerdì 8 agosto 2008
STORIE VERE - SCENE DI VITA - PROTAGONISTI DUE ANZIANI
Il testo che riporto di seguito è tratto dal mio diario. E' una scena di vita che pongo all'attenzione dei visitatori del mio blog.
STORIE VERE – PROTAGONISTI DUE ANZIANI
L’estate quando le finestre sono aperte e le case, per l’intreccio delle voci dei suoi abitanti, sembrano umanamente più vicine, un attento osservatore può cogliere, in modo discreto, scene di vita che meritano di essere conosciute.
Ho annotato, in un periodo alquanto breve, uno scenario d’esistenza di una coppia di anziani.
Vivevano in un appartamento di due stanze con bagno al secondo piano di un palazzo (senza ascensore) di recente costruzione, alla periferia della città. Lui alto e di aspetto austero dal cui portamento trasparivano le reminiscenze di un dinamismo non comune. Lei esile, con la fronte coperta di rughe profonde, il suo capo sfiorava le spalle di lui, entrambi avevano problemi di udito. Si erano insediati subito dopo che il Comune aveva rilasciato al costruttore l’autorizzazione di abitabilità. Si vedevano spesso nel poggiolo, era il loro giardino, coltivavano, in appositi contenitori di terra cotta, dei gerani. L’occasione, a portata di mano, per respirare una boccata d’aria pura, l’unico contatto con la realtà esterna, soprattutto quando incominciarono a rinunciare al piacere di “due passi” nello spazio sottostante, pur di non affrontare le fatiche di quegli interminabili scalini.
La loro voglia di vivere era allegramente ravvivata dalla presenza di un nipotino che, nelle brevi visite, condivideva quell’aria pura. Più in là ad una quindicina di metri più in basso, in senso obliquo, ma non nella stessa scala abitavano i genitori del bambino, se gli occupanti si sporgevano dal balcone potevano vedere lassù il terrazzo e scorgere la presenza o meno degli abitanti e, a loro volta, essere visti. L’occasione era buona, da ambedue le postazioni, per comunicare o gesticolare pur con i limiti che la situazione poteva permettere.
Forse questo era il vero motivo per cui quel poggiolo lassù era così spesso frequentato anche durante le giornate piovose, senza alcun riparo se non quello di una leggera tenda parasole.
Un giorno, dopo una concitata visita del padre del bambino, il loro buon umore si è d’un tratto affievolito, il senso della loro esistenza, si stava palesemente fiaccando. I due anziani frequentavano ancor più con assiduità quell’amata prospicienza esterna della loro piccola casa ma nessuna voce o brusio si poteva udire.
Il loro parlare così spesso lungo ed enfatico si era d’un tratto smorzato, non lesinavano però intensi sguardi verso quel balcone più giù. Che cosa era successo? Presto si seppe che quell’appartamento la in basso stava per vuotarsi e gli abitanti si sarebbero trasferiti in un immobile, di analoghe dimensioni, in un altro palazzo.
Per mesi quell’aereo giardino rimase soleggiato ed in silenzio. Poi a poco a poco le due voci si risentirono, il loro tono era però mutato, si era trasformato in un lamento. Per oltre un mese si vide solo la signora, quindi entrambi. Lui era diventato pallido in volto ed aveva spesso bisogno di sostenersi sulla ringhiera od essere aiutato a rialzarsi dopo una caduta, che, a poco a poco, prese a ripetersi con più intensità, alla fine non si vide più, se ne era andato in silenzio. Il suo cuore aveva cessato di battere in un letto d’ospedale. La moglie, fedele compagna, dopo qualche tempo, lo seguì. Avevano voluto, quasi inconsciamente, andarsene da quel minuscolo appartamento che aveva procurato loro grande gioia e molta tristezza.
Autore: Ilario Menegaldo
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