Qualche anno fa ho pubblicato su un quotidiano del Veneto una piccola recensione per un amico pittore, il destinatario ha ritenuto di inserirla nel suo corposo catalogo (141 pag.) pubblicato nel 2003 e ripubblicato nell’agosto 2007. La ripropongo, in stralcio, ai visitatori del mio blog.
Per Guido Speranza
Le opere s’impongono per la bellezza atmosferica e pittorica e per la struttura formale la quale recupera la profonda poesia di un certo astrattismo capace di far vibrare i colori in un clima di soffusa luminosità e di calore inventivo. Nei quadri dell’artista si sente vivo il desiderio di superare il dato realistico per raggiungere un’atmosfera incantata e quasi metafisica, resa attraverso una gamma di colori bruniti, bluastri, violacei, rossastri imbevuti di luci dai riflessi fantastici. L’artista si cimenta nell’area particolarissima di nature morte con grande maestria, frutto dell’esperienza artistica, che diventano riferimenti metafisici, scandagli del profondo, termometri di misurazione del disagio tecnologico e del depauperamento di spessore umano. Speranza che proviene da una pittura post-impressionista, arricchita da numerose esperienze artistiche, in questa vernice ha riflesso sulle tele il proprio stato d’animo, con tutta la tecnica cui è abilmente in possesso, la tensione ora elegiaca, ora dolce e malinconica del suo carattere.
Ilario Menegaldo
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