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IN QUESTO SITO SONO INSERITI ALCUNI VIDEO E FOTO DELLE MIE OPERE E MOSTRE DI PITTURA AD OLIO, RECENTI E MENO RECENTI, SU ALCUNI QUADRI MI SOFFERMERO', DI TANTO IN TANTO, AD ILLUSTRARNE I CONTENUTI E LE TECNICHE ADOTTATE.

INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.


martedì 31 agosto 2010

lunedì 30 agosto 2010

DUE GIORNI A MEDJUGORJIE

Un giorno un amico mi ha enunciato che aveva intenzione di andare a Medjugorje con un viaggio programmato per quattro giorni. Mi ha chiesto se, con mia moglie, mi volevo aggregare. Gli ho risposto che ci avrei pensato. Ha promesso di farmi pervenire, via e-mail, il programma dell’agenzia. Non avevo idea in cosa consistesse il viaggio. Qualche giorno dopo ho ricevuto il volantino. Pur avendo gli elementi utili per capire, ho voluto meglio analizzarli attraverso una ricerca in internet. Mi sono reso conto che la natura del viaggio era un pellegrinaggio. Le informazioni di Google heart, mi hanno permesso di vedere dall’alto i luoghi del viaggio, corredati peraltro da numerose fotografie. Ho inoltre approfondito l’argomento con alcuni video in Youtube. Le informazioni, poi, di alcune persone, che avevano partecipato ad analoghe esperienze, hanno appagato i miei ultimi interrogativi.
L’elemento fondamentale era la preghiera e la visita dei luoghi in cui vi sono state le apparizioni della Madonna. Apparizioni che ancora oggi accadono attraverso le Veggenti.
Anche se all’inizio pensavo fosse un viaggio vacanza, ho confermato ai miei amici la partecipazione. Gli stessi hanno provveduto all’iscrizione.
Sabato cinque dicembre alle ore 3 ci siamo alzati per prepararci ed essere alle 4 e 50 dai nostri amici, che abitano a circa 10 chilometri da noi. Verso le cinque e venti eravamo ad Arcade (Treviso), luogo di partenza e sede dell’Agenzia. Abbiamo messo la macchina in un parcheggio riservato, poiché sarebbe rimasta in sosta sino al nostro ritorno.
Dopo circa 10 minuti siamo saliti in una piccola corriera di colore viola di circa trenta posti. Ci faceva da guida una signora sulla settantina che si chiamava “Romana” e l’autista, sulla cinquantina, “Diego” un croato nato a Fiume e residente da oltre 20 anni a Conegliano. Nel corso del viaggio e della permanenza a Medjugorje abbiamo avuto modo di approfondire la loro conoscenza ed apprezzarne la professionalità oltre la carica umana che li caratterizzava. La signora Romana ci ha detto in anteprima che al ritorno saremmo stati tutti molto uniti.
Dopo alcune fermate, a Conegliano, a Cessalto di Piave e Oderzo, ci siamo diretti in autostrada verso Trieste, quindi Slovenia, Croazia e Bosnia Erzegovina e alla fine abbiamo raggiunto la località di Medjugorje. Su iniziativa dell’assistente, siamo entrati spiritualmente nel pellegrinaggio, recitando più volte il Rosario e di tanto in tanto effettuando alcuni canti religiosi che ho seguito mentalmente in relazione al tono della mia voce. Abbiamo compiuto, per ristoro, un paio di soste in autogrill e verso l’una e mezzo ci siamo fermati, a metà strada, in un ristorante per il pranzo. A base essenzialmente di spaghetti con il sugo e abbondante carne cotta ai ferri.
Il paesaggio della Croazia presentava degli scorci incantevoli che abbiamo potuto ben apprezzare, la Bosnia invece offriva un paesaggio molto brullo con scarsa vegetazione e pochissime colture. Molta roccia e quasi assenza di terreno coltivabile, dovuto probabilmente al vento. Abbiamo visto due piccoli greggi e sui monti più alti delle grandi e numerose pale eoliche per l’energia elettrica.
A Medjugorje poche viti, in frazioni limitate di terreno, alte non più di 70 – 80 cm.. Diverse case erano costruite solo al primo piano e senza tetto, con i ferri d’armatura che uscivano fuori dalle colonne di cemento, ciò ad indicare i propositi di altri ampliamenti. Reminiscenza questa di un nostro passato, risalente a oltre 40 anni fa. All’esterno degli alberghi vi erano installati dei generatori a gasolio, per la produzione di energia elettrica, per far fronte alle numerose interruzioni nella sua erogazione. Ho visto un palazzo con le porte che davano ai poggioli e, questi, erano privi di ringhiere, anche se i vari piani erano abitati. Sul monte Pobrdo, dove è apparsa la prima volta la Madonna erano presenti diversi alberi di melograno di piccole dimensioni.
Quando siamo entrati in Medjugorje la guida ci ha fatto intonare un cantico, soprattutto quando siamo passati davanti alla cattedrale che si presenta con la caratteristica dei due campanili ai lati della facciata.
La corriera si è fermata dopo un centinaio di metri dalla chiesa. L’albergo era confortevole e di recente costruzione. Appena entrati ci hanno destinato l’alloggio. A noi è stata assegnata la camera n. 207, al secondo piano la cui finestra dava sul davanti, verso la strada dove vi erano alcuni negozi che vendevano essenzialmente immagini della Madonna. La stanza aveva due letti, uno affiancato alla parete di destra, l’altro in quella di sinistra ed era dotata di un piccolo bagno con doccia. In un angolo vi era il televisore che non abbiamo mai guardato e, due sgabelli.
Non appena sistemati ed aver riposto i bagagli siamo scesi e ci siamo recati nella Cattedrale per assistere alle funzioni religiose. La chiesa era gremita di gente tanto da non poterci entrare. All’esterno in tre lati (escluso il davanti) vi erano collocate numerose panchine ed erano quasi tutte occupate dai pellegrini. Sul lato destro vi era un immobile con numerose stanzette in ciascuna un confessionale (circa una ventina). All’esterno vi erano delle scritte che indicavano le lingue conosciute dai confessori (italiano, francese, tedesco, inglese, croato, ecc.). Con mia moglie abbiamo fatto un tentativo per confessarci. A causa della ressa e poi, ad un certo punto dell’indisponibilità del confessore, non siamo stati in grado di attuare le nostre intenzioni. Essendo arrivata l’ora di cena, ci siamo incamminati verso l’albergo. Dopo aver consumato il pasto serale, siamo ritornati nella Cattedrale e ci siamo rimessi in coda nei confessionali. Siamo rimasti poi in preghiera, sempre all’esterno, giacché la chiesa era ancora affollata, per l’adorazione.
Il giorno dopo (domenica) abbiamo partecipato alla Santa Messa in Italiano, in uno stabile giallo, adiacente alla cattedrale. Dopo pranzo siamo saliti al monte Pobrdo, dove è apparsa la Madonna. La salita era composta da grosse pietre di roccia e il percorso era alquanto tortuoso. Vi erano diverse stazioni con basso rilievi in bronzo, raffiguranti la Via Crucis. Abbiamo recitato il Rosario. Nella salita c’è stato indicato dove era apparsa la Madonna, sopra un albero di melograno. Ora al suo posto vi è una Croce in legno. Il melograno è stato messo a dimora in un convento di suore. Appena dopo la discesa oltre, alcune stazioni, in una breve spianata vi era collocata la Statua della Madonna. Molti pellegrini stavano pregando in un silenzio assordante. Ci siamo uniti a loro. Concluso il percorso, ci siamo tolti gli scarponi e rimesso le scarpe, siamo saliti in corriera e l’autista ci ha portato in Albergo. Dopo aver cenato ci siamo recati in Chiesa. Il giorno seguente, dopo colazione, era prevista un’altra Via Crucis, in un monte distante una decina di chilometri, un po’ più difficoltosa della prima. Avendo avuto, sia io che mia moglie, un palese affaticamento nell’affrontare la salita del monte Pobrdo, abbiamo rinunciato all’escursione. Abbiamo però scelto, con altri due del nostro gruppo, che erano rimasti in albergo, ad assistere alla testimonianza di una delle Veggenti Ivanka presso la stessa costruzione in cui avevamo assistito alla Messa. La relazione è stata interessante e, ci ha aperto un po’ il cuore.
Ascoltare le attestazioni di una persona che ha visto e vede la Madonna ci ha fatto estraniare da quel vortice quotidiano che ci avvolge. Ci ha fatto rientrare in noi stessi e meditare sul valore della vita, su come deve essere vissuta, sul rapporto con gli altri e soprattutto sul contatto giornaliero che ci deve essere attraverso la preghiera, con la Madonna e con Dio.
Conclusa la testimonianza ci siamo recati nella cattedrale ed abbiamo assistito alla Santa messa. Ad un certo punto siamo usciti e abbiamo aspettato davanti l’albergo la corriera. Ci siamo ricongiunti al gruppo, di ritorno dalla Via Crucis, con il quale abbiamo visitato una comunità distante dall’hotel di qualche chilometro. Una suora, probabilmente la direttrice, ci ha illustrato l’attività della comunità: accoglienza delle persone bisognose, dai bambini abbandonati agli anziani. Precisando: “Abbiamo un uomo di 98 anni che, di fatto, è il nonno di tutti i bambini che abbiamo qui”. Ci ha informato che loro accolgono tutti, senza distinzione di razza e/o di religione ed ha proseguito dicendo: “Io accetto tutti anche se sono di religioni diverse, anche se sono disposta a difendere la mia religione fino al martirio”. Ci ha offerto in omaggio delle piccole statuine raffiguranti Gesù Bambino poste sopra a dei sassi, raccolti dai bambini nel monte delle apparizioni. Ha concluso sostenendo che: “La provvidenza interviene sempre, tanto che quando ci serve una carrozzina o del cibo, arriva spesso prima dell’effettiva necessità”.
La chiesetta in cui ci ha accolto, un po’ moderna, era addobbata con dei mosaici che rappresentavano il fine istituzionale della comunità. Appena fuori si ergeva una bella scultura in bronzo raffigurante la maternità (una mamma con due pargoli).
Nel pomeriggio abbiamo visitato La Cittadella del Cielo (Nuovi orizzonti) in cui la RAI 2 Italiana ha fatto una trasmissione sulla comunità e, nella trasmissione è intervenuta una delle Veggenti Miriana, che ha risposto a molte domande. Nel suo sguardo e nei suoi occhi si sprigionavano lampi di felicità. Il racconto ha integrato quanto avevamo sentito il giorno precedente dall’altra Veggente.
Dopo cena siamo andati all’adorazione presso lo stesso stabile giallo che ho descritto più sopra. L’Ostia Consacrata era proiettata in un grande schermo, in cui si vedevano e si sentivano anche i sacerdoti che recitavano le preghiere, poiché la chiesa e l’esterno erano talmente affollati che non ci si poteva accedere.
Durante il giorno e, alla sera, ho avuto modo di visitare il Cristo, in bronzo, di grandi dimensioni, posto oltre il piazzale che attornia la Chiesa e in cui si accede da un viale in cui vi si trovano alcune stazioni della Via Crucis poste in piccoli capitelli in pietra con raffigurazioni in mosaico.
Mi ha impressionato la scultura stilizzata del Cristo. Appena al di sotto del ginocchio destro fuoriusciva in continuazione una piccola goccia d’acqua che, i pellegrini, assorti in preghiera, raccoglievano con dei fazzoletti di carta e la conservavano come una reliquia.
Il giorno successivo, era il giorno della partenza. Alle 7,20 con i bagagli eravamo tutti nell’hall dell’albergo. Li abbiamo caricati nel baule della corriera. Alle 7,30 abbiamo fatto colazione e subito dopo ci siamo recati in una Cappella, retrostante la Cattedrale per assistere alla Santa Messa. Attorno all’altare vi erano dei ragazzi con delle chitarre e altri che hanno effettuato dei canti religiosi. Il frate che ha celebrato la Messa, aveva i capelli molto lunghi con le trecce. Ha fatto un’Omelia abbastanza breve, con un’esposizione erudita e ricca di contenuti che hanno fatto breccia nelle nostre menti. Al termine siamo saliti in corriera per la via del ritorno. Quando siamo passati davanti alla chiesa il gruppo ha intonato un cantico. Nel percorso sono stati recitati un paio di rosari.
A metà strada verso le 12,40 ci siamo fermati nello stesso ristorante del viaggio di andata. Abbiamo consumato un buon pasto a base di pesce. Il viaggio è poi proseguito con altre due fermate negli autogrill. La parte più interessante è che tra un rosario e l’altro, ci sono stati alcuni interventi dei partecipanti. Due fidanzati con la loro testimonianza ci hanno fatto capire, con le lacrime agli occhi, cosa ha significato per loro il pellegrinaggio, dovevano visitare Parigi invece, poi, hanno scelto Medjugorje. Una coppia di sposi ci ha fatto molto riflettere. Per alcuni il viaggio a Medjugorje non era il primo ed hanno esposto le sensazioni che hanno provato in ciascuna visita. Oltre ad alcuni partecipanti è intervenuta anche la guida, riconfermando con la sua testimonianza la gran sensibilità d’animo e la purezza delle sue espressioni.
Alle 21,30, dopo aver fatto le stesse fermate dell’andata, eravamo ad Arcade. Naturalmente non sono mancati fra tutti calorosi saluti di commiato. Anche per noi il Pellegrinaggio è stato importante!
Ilario Menegaldo

venerdì 27 agosto 2010

martedì 24 agosto 2010

lunedì 16 agosto 2010

lunedì 9 agosto 2010

giovedì 5 agosto 2010

mercoledì 4 agosto 2010

martedì 3 agosto 2010

FATTI VERI - GESTI DA IMITARE.


Nel cielo la luna, quasi piena, brillava come una palla di fuoco e, il mare rifletteva i suoi colori. Le leggere onde li trasformavano in mille incantevoli sfumature.
Sulla terrazza, ai limiti della spiaggia, il Disc Jockey coinvolgeva, con grande abilità, il pubblico, rendendo l’intrattenimento interessante anche ai più riservati.
Lo spazio libero, antistante l’area della musica, era occupato, su sollecitazione del DJ da alcune coppie che nel ballo classico davano il meglio di sé.
Da un lato vi erano numerosi tavolini, alcuni con due o quattro persone, in uno vi erano sedute accanto, due ragazze austriache di cui una molto bella. Sorseggiavano, in un grande bicchiere, una bevanda di colore arancio. Alle loro spalle, una mamma e la figlia, affetta da sindrome di Down, ascoltavano la musica.
Nell’altro versante della sala vi era un lungo tavolo con venticinque persone attorno che cenavano: amici e conoscenti che celebravano una ricorrenza. Dietro a loro un tavolo con una famiglia: una coppia di giovani sposi, due genitori (dai lineamenti i parenti di lei) e, una bambina tredicenne brasiliana di colore, che festeggiava il compleanno.
Quando l’orchestra ha iniziato a suonare ritmi brasiliani, la bambina ha incominciato a ballare dando sfogo alla sua vitalità, con grande passione, coinvolgendo i genitori adottivi e, più volte, anche i nonni. Osservando le espressioni dei loro volti, il sorriso della bambina, del papà e soprattutto della mamma, emergeva una scena di vita bellissima, in cui l’affetto era il protagonista. L’atmosfera era di una grande tenerezza. Dagli occhi di tutti e tre sprizzavano lampi di gioia che ti coinvolgevano. Sorrisi in perfetta simbiosi tra di loro.
Il DJ ha fatto salire la bambina su una sedia per mimare, da protagonista, i ritmi di una canzone, facendo anche partecipare la gran parte dei presenti e, al passaggio di un venditore, di colore, che vendeva rose rosse ne ha comprato una e, con il microfono ha scandito: “Ora do questa rosa alla più bella ragazza della serata”, carpendo, ovviamente, l’attenzione dei presenti. Si è avvicinato alle due ragazze austriache, le ha oltrepassate, ed ha offerto la rosa alla ragazza Down. Dal suo volto ho visto una gioia grande, indescrivibile, che si rifletteva conseguentemente su quello della mamma.
Ho pensato, questo è un animatore non solo professionalmente valido ma soprattutto umano e conosce la “solidarietà”. Ci ha dato un bel esempio! Bravo ho pensato in cuor mio!
La serata è continuata con la medesima atmosfera.
Quando i genitori della bambina brasiliana si sono alzati, per abbandonare la sala, hanno ringraziato per il coinvolgimento, qualcuno ha detto loro: “Grazie a voi perché ci avete appagato con i vostri sorrisi!
E’ importante saper guardare le grandi sfumature della vita, in quanto sono preziose per arricchirti nei valori, che dovrebbero essere insiti in ciascuno di noi.
Ilario Menegaldo

lunedì 2 agosto 2010

VIDEO DI ALCUNE OPERE

PITTURA AD OLIO

VIDEO 2 DI ALCUNE OPERE

VIDEO MOSTRA BIADENE DI MONTEBELLUNA (TV)

VIDEO MOSTRA DI MIRANO (VE)

VIDEO DI ALCUNE MOSTRE

VIDEO MOSTRA A SCORZE'

VIDEO: ANATRE, CIGNI E FOLAGHE NEL FIUME SILE E QUADRI AD OLIO

PITTURA AD OLIO - VIDEO MOSTRA DI ZERO BRANCO (TV)

MOSTRA A MASSANZAGO (PD)