Sono tre giorni che piove. Oggi il cielo è coperto di nuvole che, con il passare delle ore, si stanno lentamente diradando e, il sole filtra i suoi raggi di luce negli squarci che si sono aperti. L’aria pulita rende le persone più serene. Le possenti e numerose mareggiate hanno scompigliato l’arenile. La sabbia bagnata è di colore ocra scuro. In diversi punti la spiaggia ha cambiato forma e tonalità. La forza delle onde ha trasportato numerosi materiali sulla battigia e in gran numero li ha scagliati sull’arenile. Nei cumuli di cose sparse ovunque (tronchi d’albero, tavole, bottiglie di plastica, ecc.) frutto spesso dell’incuria dell’uomo, si scorgono oggetti inconsueti d’utilità domestica che i fiumi, a seguito delle recenti alluvioni, hanno portato al mare. Questi utensili raccontano, quasi inermi, al passante che li osserva, la loro recente triste epopea.
Alla foce del fiume Livenza i cigni sono scomparsi. Sono emigrati in luoghi sicuri, per evitare la furia della burrasca. S’intravvede un peschereccio, di modeste dimensioni, con due persone a bordo. Con il mare mosso, sta uscendo dal fiume per la pesca. Esigenze economiche hanno fatto sottovalutare il pericolo. L’imbarcazione sobbalza in mare aperto. I pescatori virano e rientrano in darsena facendo così cessare l’ansia dei familiari che, a distanza, li osservano.
Ilario Menegaldo
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