Nel cielo la luna, tonda, scintillante e, con delle macchie, aveva l’apparenza di un volto. Illuminava, attorniata da alcune stelle, un’ampia area senza luce. Di fronte a noi il fiume Livenza scorreva lentamente, con un sommesso gorgoglio, verso la vicina foce per immettersi nel mare Adriatico.
Due cigni, con circospezione, si sono fatti vedere per alcuni istanti e, subito dopo, in silenzio, sono scomparsi nella notte, quasi per non disturbare i numerosi spettatori che, per non perdere l’esibizione, si erano anticipatamente radunati, lungo gli argini del corso d'acqua. Alcuni erano seduti sul muretto, con i piedi appoggiati sopra le rocce poste a protezione delle onde.
Dalla vicina darsena numerosi natanti, con dimensioni e forme diverse, muniti di fievoli luci, s’immettevano, con il sordo rumore dei motori, nel fiume, diretti verso il mare, per assistere, in una posizione privilegiata, all’evento.
Nell’altra sponda, vi erano dei piccoli caseggiati, attorniati da alberi, alcuni con delle luci accese che si riflettevano debolmente sull’acqua, formando delle lunghe e fluttuanti scie in direzione delle persone. Il faro, posto ai limiti del fiume Livenza, continuava imperterrito ad inviare, ai naviganti, i previsti segnali ad intermittenza.
Nel contesto, l’unica nota che sembrava stonata, era la presenza di un ragazzo che, con una canna, illuminata alla sua sommità, si era messo a pescare.
Lo spettacolo pirotecnico doveva svolgersi in prossimità del Santuario della Madonna dell’Angelo a Caorle in riva al Mare a circa due chilometri, in linea d’aria, dalle nostre postazioni.
Dopo la lunga attesa, ecco il primo scoppiettio, coperto in parte da un lieve mormorio di compiacenza degli astanti.
Alcuni genitori avevano sistemato i loro bambini sulle spalle, a cavalcioni, affinché potessero vedere meglio.
Lo spettacolo era meraviglioso, grandi cerchi con cascate scintillanti, di multiformi colori, e, in cielo, la luna con il suo gran faccione sembrava assistere con interesse allo show.
Di alcuni fuochi d’artificio, di corta gittata, si sentiva solo il rumore, poiché erano fuori della nostra vista e nascosti, nella traiettoria, dalle case e dalla vegetazione. Per quelli visibili si poteva apprezzare la maestria della loro composizione, condivisa peraltro, con entusiasmo, da una bambina che, sopra la testa del papà, batteva, al loro apparire, le mani. Con tre forti botti finali, si è conclusa la manifestazione. La gente ha incominciato a muoversi e la strada, verso le case e i palazzi, si è riempita, in poco tempo, di persone.
Eravamo, forse, tutti parzialmente soddisfatti, per non aver visto alcuni fuochi e ciascuno, in cuor suo, avrà certamente espresso il desiderio di assistere, nella prossima edizione, allo spettacolo pirotecnico in loco.
Sono queste, comunque, circostanze che stimolano i rapporti sociali e di amicizia fra le persone.
Ilario Menegaldo
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