BENVENUTO NEL MIO BLOG
IN QUESTO SITO SONO INSERITI ALCUNI VIDEO E FOTO DELLE MIE OPERE E MOSTRE DI PITTURA AD OLIO, RECENTI E MENO RECENTI, SU ALCUNI QUADRI MI SOFFERMERO', DI TANTO IN TANTO, AD ILLUSTRARNE I CONTENUTI E LE TECNICHE ADOTTATE.
INSERIRO' INOLTRE QUALCHE APPUNTO TRATTO DAL MIO DIARIO E ALCUNI VIDEO DEI MIEI VIAGGI.
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LA MATERIA ED IL COLORE
Presentazione in occasione dell’esposizione nella
Chiesa del ‘700 di Postioma (TV)
(17-25 agosto 2014)
Gianfranco
Miotello
Se la natura è creazione dell’Assoluto, per avvicinarci all’espressione pura è importante lasciare che la natura parli e scoprire le forme che sono al suo interno, riservando alla mano dell’artista uno scarno intervento, giusto il necessario per portare alla luce ciò che è celato negli abissi dello spirito. Le opere di Gianfranco Miotello nascono da questa attenzione. Come un moderno narratore del mito, egli attua il processo contrario alle Metamorfosi di Ovidio: legni apparentemente insignificanti, vengono liberati dalla loro “scorza”per scoprire la loro vita profonda, per dare alla luce figure umane evanescenti, intensamente spirituali. Tutto ciò presuppone l’incontro tra “un” legno con un proprio vissuto, portato dal fiume o dal mare, e la genialità catartica di Gianfranco Miotello; è l’incontro unico nel tempo e nello spazio tra due esseri viventi tesi alla riscoperta della comune origine.
Se la natura è creazione dell’Assoluto, per avvicinarci all’espressione pura è importante lasciare che la natura parli e scoprire le forme che sono al suo interno, riservando alla mano dell’artista uno scarno intervento, giusto il necessario per portare alla luce ciò che è celato negli abissi dello spirito. Le opere di Gianfranco Miotello nascono da questa attenzione. Come un moderno narratore del mito, egli attua il processo contrario alle Metamorfosi di Ovidio: legni apparentemente insignificanti, vengono liberati dalla loro “scorza”per scoprire la loro vita profonda, per dare alla luce figure umane evanescenti, intensamente spirituali. Tutto ciò presuppone l’incontro tra “un” legno con un proprio vissuto, portato dal fiume o dal mare, e la genialità catartica di Gianfranco Miotello; è l’incontro unico nel tempo e nello spazio tra due esseri viventi tesi alla riscoperta della comune origine.
Ilario
Menegaldo
Noi percepiamo il colore grazie alla luce e possiamo definire Ilario Menegaldo “ladro di luce”. Nei suoi dipinti, infatti, cogliamo la pienezza della luce, che dialoga con gli altri tre elementi considerati fin dall’antichità i fautori della vita: la terra, l’aria, l’acqua. E’ su quest’ultimo elemento che Ilario Menegaldo insiste nella sua produzione artistica: il Sile è protagonista indiscusso in molte sue opere. Allo scorrere silente delle acque del fiume trevigiano , da cui il nome Sile, lo sguardo della ragione non si assopisce, ma si fa permeare dallo sguardo dello spirito. Il paesaggio fluviale, colto nelle varie stagioni, si caratterizza così per un’atmosfera trasognata ed a tratti malinconica. Malinconia per qualcosa che si sta irrimediabilmente perdendo? Grazie all’arte di Ilario Menegaldo alcuni scorci paesaggistici o frammenti di natura resteranno immortali, non come ricordi del passato, ma come emozionanti testimonianze di vita.
Noi percepiamo il colore grazie alla luce e possiamo definire Ilario Menegaldo “ladro di luce”. Nei suoi dipinti, infatti, cogliamo la pienezza della luce, che dialoga con gli altri tre elementi considerati fin dall’antichità i fautori della vita: la terra, l’aria, l’acqua. E’ su quest’ultimo elemento che Ilario Menegaldo insiste nella sua produzione artistica: il Sile è protagonista indiscusso in molte sue opere. Allo scorrere silente delle acque del fiume trevigiano , da cui il nome Sile, lo sguardo della ragione non si assopisce, ma si fa permeare dallo sguardo dello spirito. Il paesaggio fluviale, colto nelle varie stagioni, si caratterizza così per un’atmosfera trasognata ed a tratti malinconica. Malinconia per qualcosa che si sta irrimediabilmente perdendo? Grazie all’arte di Ilario Menegaldo alcuni scorci paesaggistici o frammenti di natura resteranno immortali, non come ricordi del passato, ma come emozionanti testimonianze di vita.
Prof. Mario De Conto
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L'ANATRA E IL GABBIANO
SOLIDARIETA’ ANCHE FRA GLI ANIMALI
Il sole risplendeva nel cielo
azzurro senza nubi. Sulla riva destra del fiume, gli alberi proiettavano l’ombra
e il riflesso delle loro fronde sulla superficie dell’acqua, che scorreva lenta
e silenziosa. L’erba, da poco falciata nel letto del fiume, seguiva in
superficie il suo movimento, offuscando qua e là, con grosse macchie verdi
scure, l’incanto e la poesia dell’acqua limpida e fresca. Numerose folaghe
svolazzavano su e giù saltellando sull’erba in cerca di cibo facendosi
trasportare, per lunghi tratti, dalla corrente e, dopo la ricerca di un
vegetale gradito, ritornavano con slancio nel luogo di partenza.
La stradina, a ridosso della riva sinistra del fiume, denominata “la Restera”, era frequentata da alcuni passanti che si fermavano, per ammirare, affascinati, lo stupendo scenario offerto dalla natura.
Un’anatra di germano reale, dalle sfumature dal beige al marrone, si muoveva nell’acqua vicino alla sponda, anticipando, di poco, il suo piccolo e unico anatroccolo, coperto da un soffice piumino bicolore. Nel lato opposto, un’altra anatra sguazzava nell’acqua con la nidiata composta da sette anatroccoli. A un certo punto apparve sopra di loro, a un’altezza di tre, quattro metri, un gabbiano reale con un’ampia apertura di ali. Ha iniziato la virata per afferrare con le zampe l’anatroccolo che seguiva la madre, questa, si è messa in posizione di protezione riuscendo a vanificare i ripetuti tentativi del predatore. I portamenti di difesa dell’anatra provavano di aver già saggiato simili contesti di rischio. Il gabbiano, dopo aver decollato, si è spostato dall’altra parte del fiume per insidiare la prole dell’altra anatra e, sicuramente, sarebbe riuscito ad afferrare uno dei sette anatroccoli poiché erano un po’ distaccati dalla madre. Con l’improvviso spostamento del gabbiano l’anatra che aveva appena subito l’attacco del rapace, si è levata di scatto in aria e si è messa ad inseguirlo. Tale azione ha fatto desistere il predatore che si è allontanato scomparendo dalla scena. Con il suo gesto ha protetto la compagna evitando che l’avvoltoio le strappasse un pulcino.
Conclusasi l'azione, l’anatra che era stata protetta dal provvidenziale intervento, ha effuso un lungo verso, che noi umani non comprendiamo, ma di sicuro era un ringraziamento rivolto all’amica per l'aiuto e la conseguente scampata minaccia.
Ilario Menegaldo
La stradina, a ridosso della riva sinistra del fiume, denominata “la Restera”, era frequentata da alcuni passanti che si fermavano, per ammirare, affascinati, lo stupendo scenario offerto dalla natura.
Un’anatra di germano reale, dalle sfumature dal beige al marrone, si muoveva nell’acqua vicino alla sponda, anticipando, di poco, il suo piccolo e unico anatroccolo, coperto da un soffice piumino bicolore. Nel lato opposto, un’altra anatra sguazzava nell’acqua con la nidiata composta da sette anatroccoli. A un certo punto apparve sopra di loro, a un’altezza di tre, quattro metri, un gabbiano reale con un’ampia apertura di ali. Ha iniziato la virata per afferrare con le zampe l’anatroccolo che seguiva la madre, questa, si è messa in posizione di protezione riuscendo a vanificare i ripetuti tentativi del predatore. I portamenti di difesa dell’anatra provavano di aver già saggiato simili contesti di rischio. Il gabbiano, dopo aver decollato, si è spostato dall’altra parte del fiume per insidiare la prole dell’altra anatra e, sicuramente, sarebbe riuscito ad afferrare uno dei sette anatroccoli poiché erano un po’ distaccati dalla madre. Con l’improvviso spostamento del gabbiano l’anatra che aveva appena subito l’attacco del rapace, si è levata di scatto in aria e si è messa ad inseguirlo. Tale azione ha fatto desistere il predatore che si è allontanato scomparendo dalla scena. Con il suo gesto ha protetto la compagna evitando che l’avvoltoio le strappasse un pulcino.
Conclusasi l'azione, l’anatra che era stata protetta dal provvidenziale intervento, ha effuso un lungo verso, che noi umani non comprendiamo, ma di sicuro era un ringraziamento rivolto all’amica per l'aiuto e la conseguente scampata minaccia.
Ilario Menegaldo
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