SOLIDARIETA’ ANCHE FRA GLI ANIMALI
Il sole risplendeva nel cielo
azzurro senza nubi. Sulla riva destra del fiume, gli alberi proiettavano l’ombra
e il riflesso delle loro fronde sulla superficie dell’acqua, che scorreva lenta
e silenziosa. L’erba, da poco falciata nel letto del fiume, seguiva in
superficie il suo movimento, offuscando qua e là, con grosse macchie verdi
scure, l’incanto e la poesia dell’acqua limpida e fresca. Numerose folaghe
svolazzavano su e giù saltellando sull’erba in cerca di cibo facendosi
trasportare, per lunghi tratti, dalla corrente e, dopo la ricerca di un
vegetale gradito, ritornavano con slancio nel luogo di partenza.
La stradina, a ridosso della riva sinistra del fiume, denominata “la Restera”, era frequentata da alcuni passanti che si fermavano, per ammirare, affascinati, lo stupendo scenario offerto dalla natura.
Un’anatra di germano reale, dalle sfumature dal beige al marrone, si muoveva nell’acqua vicino alla sponda, anticipando, di poco, il suo piccolo e unico anatroccolo, coperto da un soffice piumino bicolore. Nel lato opposto, un’altra anatra sguazzava nell’acqua con la nidiata composta da sette anatroccoli. A un certo punto apparve sopra di loro, a un’altezza di tre, quattro metri, un gabbiano reale con un’ampia apertura di ali. Ha iniziato la virata per afferrare con le zampe l’anatroccolo che seguiva la madre, questa, si è messa in posizione di protezione riuscendo a vanificare i ripetuti tentativi del predatore. I portamenti di difesa dell’anatra provavano di aver già saggiato simili contesti di rischio. Il gabbiano, dopo aver decollato, si è spostato dall’altra parte del fiume per insidiare la prole dell’altra anatra e, sicuramente, sarebbe riuscito ad afferrare uno dei sette anatroccoli poiché erano un po’ distaccati dalla madre. Con l’improvviso spostamento del gabbiano l’anatra che aveva appena subito l’attacco del rapace, si è levata di scatto in aria e si è messa ad inseguirlo. Tale azione ha fatto desistere il predatore che si è allontanato scomparendo dalla scena. Con il suo gesto ha protetto la compagna evitando che l’avvoltoio le strappasse un pulcino.
Conclusasi l'azione, l’anatra che era stata protetta dal provvidenziale intervento, ha effuso un lungo verso, che noi umani non comprendiamo, ma di sicuro era un ringraziamento rivolto all’amica per l'aiuto e la conseguente scampata minaccia.
Ilario Menegaldo
La stradina, a ridosso della riva sinistra del fiume, denominata “la Restera”, era frequentata da alcuni passanti che si fermavano, per ammirare, affascinati, lo stupendo scenario offerto dalla natura.
Un’anatra di germano reale, dalle sfumature dal beige al marrone, si muoveva nell’acqua vicino alla sponda, anticipando, di poco, il suo piccolo e unico anatroccolo, coperto da un soffice piumino bicolore. Nel lato opposto, un’altra anatra sguazzava nell’acqua con la nidiata composta da sette anatroccoli. A un certo punto apparve sopra di loro, a un’altezza di tre, quattro metri, un gabbiano reale con un’ampia apertura di ali. Ha iniziato la virata per afferrare con le zampe l’anatroccolo che seguiva la madre, questa, si è messa in posizione di protezione riuscendo a vanificare i ripetuti tentativi del predatore. I portamenti di difesa dell’anatra provavano di aver già saggiato simili contesti di rischio. Il gabbiano, dopo aver decollato, si è spostato dall’altra parte del fiume per insidiare la prole dell’altra anatra e, sicuramente, sarebbe riuscito ad afferrare uno dei sette anatroccoli poiché erano un po’ distaccati dalla madre. Con l’improvviso spostamento del gabbiano l’anatra che aveva appena subito l’attacco del rapace, si è levata di scatto in aria e si è messa ad inseguirlo. Tale azione ha fatto desistere il predatore che si è allontanato scomparendo dalla scena. Con il suo gesto ha protetto la compagna evitando che l’avvoltoio le strappasse un pulcino.
Conclusasi l'azione, l’anatra che era stata protetta dal provvidenziale intervento, ha effuso un lungo verso, che noi umani non comprendiamo, ma di sicuro era un ringraziamento rivolto all’amica per l'aiuto e la conseguente scampata minaccia.
Ilario Menegaldo
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