Ieri di buon’ora mi sono alzato, ho aperto la finestra e nevicava. Il paesaggio era incantevole, i tetti delle case erano coperti da uno strato di neve di oltre venti centimetri, i pini, i tigli, il larice, il caco, la betulla, il melograno e tutti gli altri alberi avevano assunto un aspetto importante, erano vestiti di un mantello bianchissimo e i rami più sottili, curvati, per il peso che stavano sorreggendo, davano loro nuova forma . La neve aveva coperto tutto. Lo scenario era come un grande presepe. Con il passare delle ore si sono sentite le espressioni di gioia dei bambini. Il loro primo contatto è stato quello di mangiarla, come fosse un dolce (come facevamo noi da piccoli). Poi, correndo, con gli scarponcini ai piedi, sono saliti sopra agli strati più spessi ed hanno fatto in modo che la neve penetrasse nei calzini e, quindi, via con il gioco.
Le palle di neve scorrevano veloci nell’aria e i bambini erano felici, con le guance rosse dal freddo.
Grossi cumuli di neve sono stati raccolti, per formare un grande pupazzo. Si sentiva il rumore della macchina spazzaneve nella strada provinciale, mentre nella nostra via è rimasto tutto integro quasi ad evitare l’alterarsi dell’insieme che costituiva il nuovo paesaggio, quasi agreste.
Grossi cumuli di neve sono stati raccolti, per formare un grande pupazzo. Si sentiva il rumore della macchina spazzaneve nella strada provinciale, mentre nella nostra via è rimasto tutto integro quasi ad evitare l’alterarsi dell’insieme che costituiva il nuovo paesaggio, quasi agreste.
Il cinguettio insistente dei passeri e dei pettirossi, il fischiettio dei merli, il gracchiare della cornacchia e della gazza sembravano volessero comunicarci che per loro era un giorno di digiuno ed un pericolo ancora più grave se la situazione non fosse cambiata.
Alcuni vecchi si sono dovuti astenere dal partecipare alla Santa Messa per non mettere in pericolo la loro incolumità, mentre altri nel tragitto hanno rischiato di cadere.
Oggi le scuole sono chiuse. Le mamme che hanno un’occupazione e non possono contare sull’aiuto dei nonni, hanno grosse difficoltà a contemperare all’esigenza del lavoro e quella di occuparsi dei figli.
Le automobili corrono lente per essere in grado di fermarsi quando incrociano un pedone o, quando i mezzi che le precedono rallentano o si fermano.
La neve ti trasporta in uno scenario quasi irreale, ti fa sognare e vorresti viverci dentro il più lungo possibile, poi, ad un tratto, scopri, nell’organizzazione della vita attuale in cui sei avvolto, che la favola deve avere un finale, e, allora, ti auguri che la pioggia ti riporti nel paesaggio da dove sei venuto.
Ilario Menegaldo
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