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lunedì 23 maggio 2011

UNA GIORNATA CON I PARENTI BRASILIANI.

Era una giornata calda e bellissima e nel cielo non vi erano nubi. Sono arrivati un po' prima nel luogo fissato. Venti minuti in anticipo. Alla nostra comparsa il loro sguardo, un po' tirato, forse per l'incertezza di non aver ben compreso l'ora o le coordinate dell'incontro, ha cambiato subito aspetto, e, nella loro bocca è sbocciato un gran sorriso. Erano giunti con un'automobile di colore rosso scuro, una “Panda” molto datata. Dopo i saluti e i convenevoli di rito, hanno accolto il nostro invito, per la sostituzione del loro mezzo con il nostro. Ci hanno seguito sino a casa. Da qui tutti assieme siamo partiti con due automobili e, dopo aver imboccato e percorso la tangenziale ed altre strade provinciali e comunali per una lunghezza di diciassette chilometri, siamo arrivati, impiegando circa mezz'ora, a destinazione.
In detto luogo, analogo evento si era celebrato dieci mesi prima, con gli stessi protagonisti e con identiche modalità. Ricco pranzo nell'accogliente manufatto di recente costruzione, ora impreziosito con delle travature ed alcune parti importanti in legno. Fra gli intervenuti vi era questa volta, anche la figlia della padrona e la nipote tredicenne. La più piccolina del gruppo, con poco più di dieci mesi, ha carpito, con la sua simpatia, l'attenzione di tutti. Al nostro arrivo, una lunga tavola, semi imbandita, era già stata predisposta con delle panche collocate in entrambi i lati. Essa, via via che passava il tempo e, che arrivavano gli ospiti, si riempiva di numerose vettovaglie, talvolta, come gli antipasti, portate dai medesimi. I nipoti di Maria Luisa, che vivono nella casa adiacente, aiutati dalla madre hanno avuto un ruolo importante per la riuscita della festa. Il loro padre, oltre ad altre incombenze, ha curato particolarmente la scelta e la mescita delle bibite, del vino da pasto e dello spumante. I ragazzi, con il dinamismo che li contraddistingue, e, con l'esperienza acquisita alla Scuola Alberghiera e gli stages praticati in alberghi a quattro stelle, sono riusciti a preparare degli antipasti e pasti succulenti, peraltro disposti nei piatti con la maestria propria dei grandi cuochi.
I parenti Brasiliani (madre, padre e figlio) hanno particolarmente gradito la festa. Era l'ultima settimana del loro soggiorno, in quanto attesi a San Paolo dalla figlia incinta, che sta aspettando, per la metà di giugno, la nascita di una figlia. L'anno precedente i tre, erano giunti in Italia, per conoscere i parenti da parte del nonno materno. Era stata un’esperienza nuova ed interessante, sia per loro sia per i parenti, con l'aggravante che gli uni e gli altri non comprendevano la lingua altrui, perciò i discorsi spesso, suffragati da gesti, si prolungavano in modo quasi stressante per poter meglio intenderne i contenuti. Il figlio, giornalista, poi, si era fermato in un Comune montano, con l'intento di acquisire la cittadinanza Italiana. Come, di fatto, ha dopo alcuni mesi, ottenuto. Ora conosce la lingua Italiana abbastanza da capire e farsi capire, per questo il mistero che aleggiava l'anno passato e che coinvolgeva tutti, quest'anno era quasi svanito. Ogni domanda, otteneva risposta.
 Prima di iniziare il pranzo e, nelle soste, gli intervenuti hanno avuto modo di giocare a tennis da tavolo e a calcetto, attrezzatura presente nella sala attigua. Hanno avuto modo di visitare la sala della musica, dove vi erano degli strumenti a batteria. In cui il giornalista e il nipote minore della padrona, hanno potuto, anche se per poco tempo, esibirsi. Di tanto in tanto gli occhi di tutti scrutavano nel cielo la sagoma di un grosso aereo passeggeri in partenza o in arrivo nel vicino aeroporto.
Completato il pasto, tutti gli intervenuti, hanno avuto modo di visitare l'ampio e curato giardino e le attrezzature hobbistiche e di lavoro del papà dei ragazzi. La casa del coniglietto, e quella dei cani. Insomma un’oasi paradisiaca. Dopo gli ultimi commiati, erano ormai le 19,30, con i soliti mezzi si è dato corso alla partenza. Gli occupanti delle due automobili erano alquanto silenti, quasi a dimostrare il dispiacere della partenza. Chi era alla guida, per interrompere il silenzio, faceva notare le linee del Fiume Sile e/o altro. Arrivati al termine della tangenziale, abbiamo cambiato percorso e ci siamo diretti verso il laghetto “Verde” e, dopo aver parcheggiato le automobili, a piedi, abbiamo percorso l'intera circonferenza del lago, fermandoci, al termine, a prendere un caffè ed un gelato nel bar. Il sole era ormai tramontato. All'imbrunire eravamo a casa ed i Brasiliani, considerato il lungo tragitto che dovevano ancora percorrere per rientrare, hanno preferito di andare via subito. Con l'impegno di farci visita giovedì. Due giorni prima della prevista partenza.
La giornata si è quindi conclusa, con il ricordo di aver trascorso assieme, un momento meraviglioso anche se, forse, non sarà ripetibile.
I bei momenti rendono saldi i valori che talvolta, nei rapporti umani, sembrano definitivamente perduti.
                                                           Ilario Menegaldo

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